Frozen shoulder: la patologia della spalla congelata

Introduzione
Con buona probabilità, le mamme delle bimbette in ascolto avranno collegato l’espressione “frozen” alle principesse del regno di ghiaccio che mille e più volte hanno sentito nominare dalle loro fanciulle. Care, mi spiace deludervi, ma la Frozen Shoulder non ha nulla a che vedere con gli amati cartoni animati!
La frozen shoulder o “spalla congelata” è una patologia complessa in cui l’articolazione della spalla diventa dolorosa e rigida.
Anche se è definita come “una condizione difficile da definire, difficile da trattare e difficile da spiegare dal punto di vista della patologia”, noi ci proviamo lo stesso!
I sintomi della “spalla congelata”
Le principali caratteristiche di questa problematica sono il dolore intenso a livello della spalla e la limitazione del movimento. Si distinguono, inoltre, una forma primaria della patologia in cui non è possibile identificare una causa scatenante la sintomatologia ed una forma secondaria dove, invece, i sintomi sono il risultato di altre condizioni patologiche.
La “spalla congelata” è una patologia che colpisce maggiormente il sesso femminile nella fascia di età intorno ai 40 anni; in questi casi, sia la presenza del dolore ma soprattutto la rigidità e la limitata mobilità della spalla inficiano in maniera importante le attività quotidiane e l’autonomia delle persone che ne soffrono.
Come già detto più volte la sintomatologia dolorosa è strettamente legata anche agli aspetti emotivi della nostra vita; questo disturbo ne è proprio l’esempio più classico.
Ciò che principalmente caratterizza la “spalla congelata” è la durata della sintomatologia; si tratta di una problematica che richiede parecchi mesi per andare verso la fase risolutiva. Ecco perchè si rivela fondamentale essere seguiti da un Professionista che, con le sue competenze, eviterà che si inneschino meccanismi distruttivi a livello emotivo.
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Cosa fare in caso di “spalla congelata”?
Il trattamento è basato su un approccio multidisciplinare; infatti, è spesso necessario associare un percorso di supporto psicologico al trattamento vero e proprio. L’approccio fisioterapico tiene conto di vari aspetti e fattori e si compone prima di tutto di una fase di educazione al paziente. Con le giuste informazioni e nozioni, infatti, i pazienti sono in grado di prevenire e gestire l’insorgenza del dolore e il recupero post attività. Attenzione però: in diversi casi risulta necessario associare anche un trattamento farmacologico.
Il trattamento fisioterapico vero e proprio è caratterizzato, invece, da mobilizzazione e stretching, terapia manuale, esercizi di rinforzo e terapia strumentale.
Solo nei casi più gravi è necessario ricorrere al trattamento chirurgico.
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Articolo redatto in esclusiva per il progetto Voglio Essere Me.
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